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La ridotta padana
La Lega che pena! (62)
Don Chisciotte




Gianluca Pini, vicepresidente del Gruppo Lega Nord a Montecitorio: ''La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita, che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo, ha portato a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza - avverte - si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi''.

        Dalla ridotta padana a cadaveri ancora fumanti – come prescritto dalle migliori regie pulp – il sergente Pini, innestata la baionetta e imbracciato il moschetto spara il primo colpo e poi un secondo. Colpito! Intorno a lui la sparuta truppa esulta, lanciando i berretti verdi al cielo, liberando la tensione, la rabbia, accumulata nei mesi passati nel più completo isolamento, all'interno delle trincee lungo i confini del paese che non c'è. Volti tirati, sporchi di fango, i vestiti lerci, le membra stanche e rattrappite, tanfo di piscio e sudore appesta l'aria. Subita l'umiliante sconfitta sui campi di battaglia della perfida Italia, quel manipolo di irriducibili si asserragliò nella ridotta giurando di combattere fino all'ultimo uomo: “Padania o morte”. Nei mesi scorsi alcune sortite a suon di granate, contro omosessuali, rom o ministre, a loro dire, troppo colorite. Un botto, qualche ferito e poi … giorni e giorni della solita inedia.
Ma finalmente arriva il giorno tanto atteso. Quella mattina presto la giovane vedetta lombarda, appollaiata sul palo, avvista nel mare aperto centinaia di persone che si dimenano nell'acqua cercando aiuto, al centro un falò illumina l'orizzonte, è il barcone che li trasportava che sta bruciando. Il ragazzo inorridito di fronte a quella visione infernale si precipita dal sergente Pini riferendo il tutto e dichiarandosi pronto a uscire per i primi soccorsi. Pini gli ordina di tornare di vedetta e al contempo avvisa subito, tramite cablogramma, il quartier generale che a stretto giro di cablo gli risponde di non abbandonare la postazione e attenersi al protocollo.
E' a quel punto che Pini capisce che è venuto il suo momento, finalmente anche lui potrà assurgere agli onori della gloria padana. Non può sbagliare, occasioni come queste non capitano tutto i giorni. Ordina alla truppa di tenersi pronti, nel caso dovesse fallire dovranno essere loro a prendere in mano le sorti della ridotta. Si apposta fuori dalla trincea, imbraccia il fucile, l'occhio centra il mirino, il braccio sinistro assicura il calcio alla spalla, l'indice destro arpiona il grilletto e ... un primo colpo … poi un secondo. Colpito!
La vedetta non crede ai suoi occhi, sulla spiaggia di fronte al mare dove, poco alla volta, trovavano salvezza i naufraghi sbarcati dai pescherecci giunti a soccorrerli e dove vengono scaricati i primi corpi senza vita di chi non ce l'ha fatta, si accasciano a terra, una dopo l'altra due donne, una nera e una bianca di pelle, colpite alle spalle, entrambe da un solo proiettile. Sotto di lui nella ridotta le urla di giubilo tagliano l'aria fetida, volano i berretti verdi. Mentre la truppa si stringe intorno al suo sergente, la piccola vedetta lombarda, abbandonato il suo posto, corre verso la spiaggia, con il cuore gonfio di rabbia e dolore. Giuntovi fa ancora in tempo a rendersi conto che le due donne – una ministra e l'altra presidente del Parlamento, così gli dicono – non sono gravi, solo due piccoli graffi. Sollevato, senza perdere tempo, corre verso la riva per dare una mano ai naufraghi stremati e ai soccorritori esausti. Un attimo ancora, rivolgendo lo sguardo alle sue spalle in direzione della ridotta, un ultimo pensiero: “ Siete una banda di coglioni!”.

Don Chisciotte

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  6 ottobre 2013